L’Uomo del Futuro – Parte II
Oltre l’animale: la nascita dell’entità umana
L’uomo non è un animale sociale.
Questa è una delle più grandi menzogne filosofiche della storia.
Una bugia nobile, forse, per i tempi in cui è nata, ma che oggi — nel XXI secolo — non ha più alcuna validità.
L’uomo è un’entità animica, spinta da un istinto superiore: l’istinto alla prosperità.
Non è sopravvivenza. Non è adattamento. Non è branco.
È espansione. È creazione. È la volontà profonda di vivere meglio, sempre.
Chi continua a credere che l’uomo sia un animale, non ha capito l’evoluzione reale dell’essere umano.
E chi insegna questa idea, oggi, o non ha capito un cazzo, oppure è un venduto, uno di quelli che viene pagato per mantenere le masse nell’ignoranza, nell’accontentarsi, nel rimanere risorse umane, non uomini.
La verità è che la parola “animale” appartiene all’uomo solo nel corpo. Biologia, fisiologia, antropologia: certo. Ma non nello spirito, non nel significato.
Lo spirito dell’uomo è sociale, non animale. Perché l’uomo è fatto per costruire un mondo in cui anche altri possano prosperare, perché è così che prospera davvero anche lui.
Questo è capitalismo reale. Questa è imprenditoria autentica. Questa è natura umana.
E chi oggi non vuole vedere tutto questo, chi si aggrappa al concetto di lavoro come identità, chi combatte il progresso perché teme la propria inutilità… non ha capito niente.
E rischia di essere spazzato via. Non da Dio, non da Satana, non da un destino crudele, ma da una semplice legge naturale: Chi non è interessato a prosperare, si estingue.