Con il passare degli anni, fare impresa diventa una missione impossibile per un numero sempre maggiore di persone, incapaci di proteggersi dalla sempre più schiacciante pressione fiscale. Siamo al punto in cui – dicono gli addetti ai lavori (commercialisti e rappresentanti delle associazioni delle Partite IVA) – “il 95% delle aziende che nascono oggi, falliscono prima di raggiungere il quinto compleanno”.

Dati sconvolgenti, che nascondono una verità ancora più sconvolgente, che nessuno rivela pubblicamente, che è questa: è tutto voluto, tutto studiato a tavolino, è doloso!

Non è una teoria complottistica, è la verità.

C’è un piano, a cui hanno aderito tutti i leader di tutti i paesi del mondo, attraverso il quale si vuole eliminare il 95% delle aziende, quelle che non riscono più da andare avanti con le proprie gambe, cioè quelle che per continuare a esistere, necessitano del supporto da parte dello Stato, quindi dei soldi pubblici, soldi che scarseggiano, perché diminuiscono sempre di più le entità produttive (persone e aziende) capaci di contribuire alla crescita e allo sviluppo socio-economico.

Questo piano si chiama Piano per la Distruzione Creativa alla Schumpeter, e le aziende a cui è diretto, le aziende che ne sono e ne saranno vittime, sono quelle che rientrano nella categoria delle piccole e medie imprese (PMI).

Le PMI sono le aziende che fanno l’economia di un paese, perché danno lavoro alla gente, e se falliscono queste, fallisce l’intero paese (default) il che significherà la fine per decine di milioni di persone.

Il problema è quindi molto grave, ma nessuno sembra essere capace di risolverlo. La soluzione a questo problema, che è un problema che hanno tutti i paesi del mondo, non solo l’Italia, esiste ed è una sola: insegnare a più persone possibile a fare impresa.

Ho le competenze per farlo e vorrei trovare persone e/o organizzazioni che siano interessate a creare una struttura attraverso la quale poterlo fare.

“Mancano gli imprenditori”, dicono a unisono i rappresentanti delle associazioni di categoria, una mancanza a cui si può porre rimedio, attraverso la formazione imprenditoriale, appunto, che è quello che nessuno, e sottolineo nessuno, fra tutte le associazioni di categoria (Confesercenti, Confindustria e Confartigianato) cercando di fare, ma senza successo, perché nessuno dei loro formatori è preparato a dovere sulla materia, cioè nessuno di loro sa come si fa impresa nel 21° secolo. E questo lo dico perché queste persone le ho ascoltate (incontri con gli associati e seminari vari) e perché con molti di loro ho parlato di persona. Credetemi se vi dico, che non hanno la più pallida idea di come si fa impresa nel 21° secolo. Anzi, non mi dovete credere sulla parola, perché lo posso dimostrare.

I pochi imprenditori competenti ci sono e fanno successo, cioè fanno crescere le aziende senza bisogno di ricorrere ai soldi pubblici, e per motivi legati alla concorrenza, non sono interessati a far si che la gente impari. Anzi, se proprio vuoi che te la dico tutta, sono proprio loro che causano l’incompetenza imprenditoriale di massa, perché questo permette loro di avere risorse umane disponibili a lavorare nelle loro aziende per compensi sempre più bassi e a condizioni sempre più precarie, e a loro non interessa nulla del benessere del paese e della gente. Anzi, peggio sta la gente, meglio stanno loro.

Conosco i dettagli del piano di distruzione creativa alla Schumpeter, perché provengo dalle organizzazioni che coordinano le operazioni di questo piano, e ho le competenze per poter risollevare l’economia di ogni paese, che per quanto possa suonare attezzoso e presuntuoso, è la verità, e lo posso dimostrare.

Ho studiato un programma di formazione imprenditoriale ben preciso, sulla quale poter costruire una scuola d’imprenditoria come non ne esistono in nessuna parte del mondo, e sto cercando persone con cui crearla. Continua…