“Mancano gli imprenditori”, dicono a unisono gli esperti e i rappresentanti delle associazioni degli imprenditori, ma niente di quello che dicono serve a far capire il perché, tanto meno a risolvere il problema.
Prima cosa, il problema è legato alla situazione socio-economica, che è al quanto disastrosa, cioè è un problema sociale e del paese. Infatti la mancanza degli imprenditori causa la dominuzione delle aziende, quindi un’aumento della disoccupazione e della precarietà lavorativa, quindi della diminuzione del reddito pro-capite, la diminuzione del potere d’acquisto e dell’aumento del debito pubblico del paese.
Le case sono da ricercare nell’incompetenza imprenditoriale di molti, anzi troppi titolari d’azienda, che incapaci di far crescere le aziende alla velocità imposta dal Sistema, di conseguenza alle esigenze di progresso dell’umanità, finiscono per farle fallire.
La soluzione sta nel formare i titolari delle piccole e medie imprese, specialmente i giovani, su come si fa impresa, ma niente di quello che viene insegnato loro da parte delle tante associazioni di categoria come Confesercenti, Concommercio, Confartigianato e Confindustria, serve a nulla, per il semplice motivo che le cose che queste associazioni insegnano, sono utili a far crescere le aziende.
Le cose utili in tal senso sono quelle che riguardano il Sistema, il meccanismo del mondo, che sono cose che rientrano nelle materie umanistiche e filosofiche, che sono materie di cui la gente non riconosce l’importanza e in cui non vede il valore. Per questo motivo, la maggior parte delle PMI sono destinate a fallire e la gente è destinata a fare la fine del topo.
I pochi che riescono a carpire l’importanza di certe materie e che si dedicheranno a impararle, potranno ricoprirsi d’oro in tempi record, dopo essersi impossessati delle aziende migliori e che riusciranno a farle crescere moltissimo, in tempi brevissimi, grazie alla crisi che sta per arrivare.