Dalla metà degli anni ’90, il numero delle aziende che hanno chiuso i battenti è aumentato esponenzialmente. “Siamo al punto in cui” – cito quello che mi hanno detto alcuni commercialisti – “sono meno del 5% le aziende che riescono a raggiungere il quinto compleanno”.
Alla moria delle PMI corrisponde l’aumento della precarietà lavorativa e del numero di disoccupati, il che consegue in dimunuzione del potere d’acquisto e aumento del debito pubblico, perché il paese deve chiedere soldi agli altri paesi per poter sostenere i disoccupati e la società in generale. L’Italia è il paese europeo con il debito più alto, il che fa degli italiani il popolo più indebitato d’Europa.
Le cause di tutto questo, dicono a uniscono i presidenti e rappresentanti delle associazioni di categoria, sono da ricercare nell’incompetenza imprenditoriale dei titolari delle PMI, e hanno ragione, ma niente di quello che dicono e fanno è utile a risolvere il problema, vuoi perché le cuase del problema non le conoscono nemmeno loro, vuoi perché nemmeno loro sono competenti in materia (imprenditoriale).
La vera causa dell’incompetenza imprenditoriale è da ricercare nell’ignoranza su come funziona il mondo. E’ una verità che pochi riescono ad accettare come tale, motivo per cui sono poche le aziende che si salveranno e torneranno a crescere.
Chi sa come funzion ail mondo, cioè chi conosce il Sistema, cresce e prospera, e fa crescere le aziende, quindi, la soluzione al problema del fallimento delle PMI consiste nell’imparare il Sistema, per diventare parte di questi capaci.
Impara il Sistema e la pressione fiscale sarà un ricordo del passato.