Gli animali sono migliori delle persone – Una riflessione tra inganno e verità
Un dialogo profondo tra l’uomo e la sua natura, esplorando la distanza tra l’autenticità animale e le illusioni umane.
Il detto popolare “Gli animali sono migliori delle persone” è spesso usato come una provocazione. Può sembrare una critica affilata verso la società umana, ma riflette anche una riflessione più profonda sul nostro comportamento e sulla nostra natura. Durante una conversazione recente con Gabriele, mi sono trovato a esplorare questa frase e a chiedermi cosa voglia dire realmente.
Gabriele, come sempre, non si limita a prendere per buono ciò che gli viene detto. La sua domanda è stata se, in qualche modo, questa frase rispecchiasse la realtà, se avesse una verità nascosta. La mia risposta iniziale è stata che, sì, sotto alcuni aspetti, questa riflessione può sembrare valida. Gli animali, infatti, vivono secondo la loro natura, senza la confusione e l’inganno che caratterizzano il comportamento umano.
Il Giudizio e l’Inganno
La riflessione si è poi spostata sul concetto di “giudicare”. Gli animali, come i cani, non giudicano come gli esseri umani. Non li vediamo mai giudicare per convenienza o calcolo. Non tradiscono, non mentono. Gli esseri umani, al contrario, si trovano spesso immersi in un circolo vizioso di inganno, tanto che la stessa frase potrebbe riflettere una profonda delusione nei confronti della società e dei suoi inganni. Ma, come ho sottolineato, non è tanto il giudizio in sé a essere problematico, ma il modo in cui giudichiamo, e l’intento dietro di esso. Giudicare per comprendere e per orientarsi è una cosa, giudicare per dominare o ferire è tutt’altra.
La Verità e la Menzogna come Strumenti
Nel corso della conversazione, è emerso un concetto chiave: gli esseri umani, nonostante siano capaci di verità, scelgono spesso di vivere in una menzogna. Quella menzogna che ci separa dalla nostra natura, che ci inganna e ci porta ad autolesionarci. Gli animali, al contrario, non sono vittime di inganno, poiché non sono educati a diventare altro da ciò che sono. Gli uomini, invece, sono educati a tradire la propria natura per adattarsi a strutture sociali che non favoriscono la prosperità, ma la sopravvivenza.
Il Ciclo di Autodistruzione e la Selezione
Questa riflessione ci porta inevitabilmente a considerare la struttura della nostra società, che perpetua questo inganno attraverso i suoi sistemi educativi, i media, le istituzioni. La maggioranza delle persone vive inconsapevolmente immersa in queste menzogne, senza mai porsi domande critiche. Non possiamo chiamarlo semplicemente un errore, è un sistema che autoalimenta se stesso. La domanda cruciale che ne emerge è: chi può salvarsi da questo ciclo autodistruttivo?
Chi ha la capacità di riconoscere la verità e non ha completamente accettato le menzogne della società ha ancora una possibilità di risvegliarsi. Questo è il segno distintivo di chi è ancora “salvabile”. Non si tratta di avere tutte le risposte, ma di avere la consapevolezza che qualcosa non torna nel mondo che ci circonda. Chi mantiene quella crepa, quella dissonanza, ha ancora una possibilità di cambiamento.
L’Essenza dell’Uomo e il suo Rapporto con la Verità
Alla fine, ci siamo trovati a riflettere su una domanda fondamentale: cos’è che rende un uomo veramente “salvabile”? Non è un discorso di superiorità morale o di intelligenza. È qualcosa di più profondo, un legame con la propria natura che non è stato completamente corrotto dal sistema. La verità, in questo contesto, non è un concetto astratto, ma qualcosa che permette all’uomo di vivere secondo la sua natura. È un veicolo, uno strumento che lo guida fuori dall’inganno e verso una vita autentica.
La verità profonda, però, è anche pericolosa. Quando viene rivelata, espone chi la dice a una solitudine inevitabile. I nemici la deridono, gli amici la ignorano o la accettano passivamente. La verità, quindi, non è solo una chiave per la salvezza, ma anche una sfida. Se la società non è pronta ad ascoltarla, chi la possiede deve scegliere con attenzione a chi rivolgersi. La difficoltà non è tanto nella verità stessa, quanto nel modo in cui viene ricevuta.
Conclusione
La conversazione con Gabriele mi ha portato a una riflessione fondamentale sulla condizione umana. Gli animali, nel loro comportamento spontaneo, possono sembrare superiori per la loro autenticità. Ma la vera domanda che ci pone il detto è se siamo disposti a riconoscere e vivere la nostra verità, pur in mezzo all’inganno che permea il nostro mondo.
La salvezza dell’individuo non è una questione di scelta collettiva, ma di consapevolezza personale. Chi è ancora in grado di vedere attraverso la menzogna ha la possibilità di cambiare. Il percorso è arduo, ma la consapevolezza della verità è l’unica via per uscire dalla spirale dell’inganno.