Non esiste nessun piano contro l’umanità, esiste un piano contro gli UOMINI-TOPO.
La distribuzione della ricchezza spiega, in soldoni, che la popolazione mondiale è divisa in due gruppi di persone, un’élite di benestanti e una massa di sofferenti. I primi si godono il 90% della ricchezza totale della Terra, i secondi si devono accontentare del misero 10% della ricchezza, cioè delle briciole. Con il passare degli anni , i primi accumulano sempre più ricchezze e vanno a stare sempre meglio, mentre i secondi perdono sempre di più e vanno a stare sempre peggio. I primi prosperano, come veri uomini, i secondi possono ambire solo alla sopravvivenza, come gli animali, anzi come topi, perché si azzuffano gli uni con gli altri, loro simili, per accaparrarsi le briciole.
Il 90% della popolazione mondiale è composta da eccessivi consumatori e mediocri produttori. Sono quelli che sono considerati una zavorra al progresso dell’umanità, una zavorra che deve essere eliminata per garantire alle nuove generazioni, un mondo in cui poter vivere e prosperare.
Se sei parte di coloro che dovevano ubbidire alle leggi per contrastare il diffondersi del Covid-19, se ti devi spogliare al check-in in aeroporto per imbarcarti su un aereo, se mandi i tuoi figli nelle scuole regolamentate dallo Stato (DAD comprese), se sei vittima della pressione fiscale, allora sei parte dei topi, e come tale sei destinato a essere eliminato, secondo i piani dei padroni del mondo (Grande Reset, Agenda 21, Nuovo Ordine Mondiale e distruzione creativa alla Schumpeter).
La soluzione ai problemi fine del topo e distruzione creativa alla Schumpeter, sta nel l’entrare a far parte del 10%, cioè come si entra a far parte del gruppo di persone, anzi degli UMANI, e io sono l’unico in Italia, uno dei pochi al mondo, che ti può aiutare a riuscirci, perché sono l’unico, fra i pochi che sanno come si fa, che lo dice a chi non è ancora parte del 10%.
Lo faccio attraverso i progetti La Soluzione e Chiave del Martix.
Chi si ostinerà a sperare in un cambiamento di sistema, invece di darsi da fare per risolvere (per salvarsi), merita di fallire e di soccombere.